Perché definire Andria soltanto “Sveva” è riduttivo: la Storia della città è più antica ed articolata

La presenza di molteplici architetture legate a Federico II – in primis il patrimonio Unesco Castel del Monte, ma non solo – ha spinto negli anni ad associare sempre più la città all’affascinante storia federiciana e alla stirpe Sveva. Tuttavia, come ampiamente documentato nel corso di 20 anni da VideoAndria.com, il territorio della città di Andria è legato anche ad una Storia ben più antica della lunga parentesi Medievale ed ad altrettanti elementi storici ben più articolarti, anche nei secoli successivi al periodo Svevo:

il sito archeologico di Santa Barbara visto dall’alto

Durante l’età del bronzo gli uomini iniziarono ad abitare in alcune costruzioni cilindriche dal tetto a cono simili ai trulli (gli antichi Thòlos). Numerosi tumuli, sepolture costruite con pietre informi, sono stati rinvenuti in contrada S. Barbara (oggetto di un recente documentario di VideoAndria.com nonché di un convegno pubblico promosso dalla sezione andriese dell’associazione Italia Nostra) Monte Faraone S. Lucia e Castel del Monte. Nel 1000 a.C. gli Iapigi abitarono la Puglia, in seguito nell’VIII secolo a.C. vennero ad abitare i Peucezi. La nascita del primo agglomerato urbano viene fatta risalire alla seguente colonizzazione degli Ellenici. Vicino all’attuale Andria sorse Netium, città greca per lingua e civiltà, citata da Strabone nella Geografia Universale. A Netium si erano rifugiati in cerca di riparo alcuni profughi scampati alla distruzione di Canne nel 216 a.C. durante la seconda guerra punica. Decenni dopo Netium ebbe un declino e non rimasero che poche rovine dopo le lotte sociali tra Mario e Silla nell’88 a.C. Alcuni abitanti della città con molta probabilità si spostarono più a sud, sulla costa, dove fondarono Juve-Netium o Neo-Netium l’attuale Giovinazzo. Sulla Tavola Peutingeriana viene indicata una città di nome Rudas, probabilmente la vecchia Netium greca, di sicuro una stazione sulla via Traiana e ubicata nella periferia rurale dell’attuale territorio andriese, forse persino in zona Castel del Monte (che sarebbe stato invece costruito molti secoli dopo!). I successivi insediamenti alto-medievali dei Longobardi e dei Bizantini, sorsero vicino alle rovine della vecchia Netium. Si hanno notizie di 12 casali, forse in origine ville rustiche, che ebbero in gran parte nomi di santi (Sant’Andrea, San Martino, Santa Caterina, Casalino e San Ciriaco, che si trovavano all’interno delle successive mura cittadine, e San Candido, San Vittore, San Pietro, San Valentino, San Lizio, San Lorenzo, Borghello, Trimoggia e Cicaglia, che restarono all’esterno di esse). Definire Andria “Sveva” è riduttivo perché la città ha una storia e una cultura molto più complesse e articolate. Prima ancora che dagli Svevi, il territorio della città di Andria fu influenzato dai popoli pre-ellenici ed ellenici, oltre che romani. Pertanto, promuovere un territorio dala Storia ultramillenaria focalizzandosi sul periodo Medievale potrebbe rivelarsi persino rivelarsi una mossa paradossalmente controproducente per la memoria storica che rischierebbe così di essere ingiustamente danneggiata. Questo, inoltre, senza contare che Andria fu successivamente governata da bizantini, longobardi, normanni, svevi, angioini, aragonesi e spagnoli. In ogni periodo storico, la città ha lasciato il segno sulla sua architettura, sulla sua arte e sulla sua cultura. L’ideazione di una terminologia per rinnovare la proposta storico-culturale-turistica di Andria e del territorio limitrofo, dunque, non può essere presa alla leggera ma piuttosto almento attraverso un convengo pubblico per un confronto completo tra le parti istituzionali e quelle esperte nell’identità storica. Un dibattito genuino e completo per tutelare un territorio evidentemente ancora tutto da scoprire. Un ringraziamento speciale va al dott. Francesco Inchingolo (Italia Nostra Andria) per l’input positivo su questa necessaria riflessione. (A cura di N. Ferrara). A tal proposito, riproponiamo qui sotto il link al video del convegno svoltosi recentemente presos la chiesa di Sant’Anna, nel cuore del centro storico andriese.

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