Serata ad Andria tra le file d’auto che emettono gas cancerogeni. Poi non lamentatevi dei tumori. Legambiente: “ci avete rotto i polmoni” – video

“#CiAveteRottoipolmoni #lascialauto La solita situazione incresciosa che puntualmente si verifica nelle ore serali, quando la gente é costretta a respirare aria malsana” – a renderlo noto con un breve ma significativo filmato la Pagina Facebook del circolo andriese di Legambiente. Come avevamo già riportato in un precedente articolo, 

Il riferimento dei volontari andriese di Legambiente è senza dubbio in merito alla problematica legata all’inquinamento atmosferico: polveri sottili che finiscono nell’aria e poi rientrano nei nostri polmoni. I polmoni degli stessi cittadini che poi, puntualmente, si lamentano per la presenza di tumori in città, che a volte colpiscono persino i bambini con gravissime conseguenze per la salute di noi tutti. A questo grave fenomeno, poi, si aggiunge l’altrettanto preoccupante e vergognoso fenomeno dei parcheggi selvaggi, a tratti imbarazzanti che, come già ripetutamente segnalato dalla nostra redazione grazie ai nostri concittadini più sensibili, non regalano alla nostra città l’immagine di una comunità civile ed evoluta e che, anzi, la fanno cadere nell’abisso di un mondo che forse nemmeno il medioevo potrebbe ricevere il paragone di “epoca buia“, oscura e vittima dell’ignoranza degli abitanti del luogo. Ovviamente non ci riferiamo a tutti, ma a chi ancora oggi, nel 2018, si ostina a far del male a chi, coraggiosamente, preferisce utilizzare la bicicletta al posto dell’automobile in città.

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Utilizzare la bici, oltre ad evitare inutili congestionamenti del traffico veicolare, aiuta a star bene fisicamente perché contribuisce al corretto allenamento del corpo e dunque ad una miglioria generale alla circolazione sanguigna dell’individuo. Al contempo, ci aiuta ad evitare le emissioni di gas inquinanti che, oltre a causare il famigerato effetto serra, aumentano la probabilità di malattie di tipo neoplastico (tumori) nel nostro organismo. Non a caso, proprio negli ultimi giorni la nostra redazione ha volutamente dato risalto ai preoccupanti dati emersi dagli ultimi monitoraggi dell’Arpa Puglia nella nostra città:  grazie alla centralina sita in via Vaccina, ha registrato due sforamenti differenti negli ultimi giorni: PM10 e PM2.  Circa il 60% dei PM10 è composto da particelle più piccole, dette PM2,5, le quali sono capaci di raggiungere in 30 giorni le porzioni alveolari dei polmoni.

È costituito da polvere, fumo, microgocce di sostanze liquide denominato in gergo tecnico aerosol: esso, infatti, è un insieme di particolati, ovvero particelle solide e liquide disperse nell’aria con dimensioni relativamente piccole. Queste particelle presenti nell’atmosfera sono indicate con molti nomi comuni: polvere e fuliggine per quelle solide, caligine e nebbia per quelle liquide. Secondo ricerche sperimentali su pazienti di città USA e a Milano: il particolato riduce l’aspettativa di vita di 1-2 anni e in particolare di 0,77 anni ogni 10 µg/m³ di PM2,5; il PM10 aumenta l’asma tutto l’anno e le bronchiti in inverno (a causa degli idrocarburi policiclici aromatici); il PM2,5 è un probabile fattore di rischio per l’insorgenza di tumori.

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Oltre a questo, ad Andria vi è un aggravante: i motori a diesel. Il diesel causa ancora 10mila morti in Europa e, manipolati dai produttori per farli apparire sulla carta più ecologici di quanto siano (lo scandalo conosciuto come Dieselgate), sono responsabili di circa 5mila morti all’anno a causa dell’inquinamento atmosferico da loro prodotto. L’Italia è l’hotspot europeo per l’inquinamento da ossidi di azoto e particelle fini. Utilizzare la bicicletta al posto dell’auto in città è quindi un investimento: si risparmia tempo, denaro e anche le medicine. Alcuni cittadini andriesi l’hanno capito, ma purtroppo troppe volte sono costretti a subire ingiustizie come quelle segnalate da un cittadino nei giorni scorsi, documentate anche con alcuni scatti fotografici ricevuti in redazione (a tal proposito, ricordiamo inoltre che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni, immagini e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui oppure scrivendoci anche all’indirizzo redazione@videoandria.com).  Nel corso dell’anno 2012 l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato come scientificamente provato che le emissioni allo scarico dei motori diesel sono cancerogeni certi per gli esseri umani. Badate che non abbiamo scritto “potenzialmente cancerogeni” ma abbiamo utilizzato la parola “certi“. Questo perché , rispetto ad altre circostanze come ad esempio l’olio di palma, considerato “potenzialmente cancerogeno” se prodotto e assunto in determinate condizioni, il gasolio è per l’appunto un elemento certamente cancerogeno. Questo vuol dire che è certo che un’esposizione prolungata può alimentare l’insorgenza patologie neoplastiche negli esseri umani. 

Secondo Christopher Portier, chairman dello IARC “Le prove scientifiche sono inconfutabili e le conclusioni del gruppo di lavoro sono state all’unanimità: le emissioni dei motori diesel causano il tumore del polmone […] Le emissioni allo scarico dei motori diesel sono cancerogeni certi per gli esseri umani e l’esposizione a tali gas è associata ad un rischio accresciuto di tumore al polmone ed anche ad un maggior rischio di cancro alla vescica“. La miscela d’idrocarburi che alimenta i motori diesel è quindi stata riclassificata dal Gruppo 2 della tabella stilata dallo IARC, che raggruppa le sostanze considerate come probabilmente cancerogene, al Gruppo 1, ossia “cancerogeni accertati per l’uomo” (la stessa categoria, ad esempio, del Benzo(a)pirene, sostanza prodotta anche da stufe e camini[10])[9][11][12].

Uno smog che quindi uccide due volte: per i tumori correlati direttamente o indirettamente ad esso e per via di un’idea, quella della bicicletta come strumento alternativo e sostenibile, uccisa dalla prepotenza e dall’ignoranza. Insomma, siamo alle solite: ad Andria c’è ancora una fetta di cittadini, ancora troppo grande, che si ostina ad assumere un atteggiamento presuntuoso ed irregolare nei confronti di pedoni e ciclisti e se da un lato possiamo lamentarci di multe e controlli insufficienti, dall’altra parte non possiamo fare altro che renderci conto dell’ignoranza dilagante mascherata da progresso del consumismo sfrenato che giustifica un triste e moderno “morte tuavita mia” e che pochi o nessun cittadino fa nulla per sensibilizzare il prossimo. Davanti a queste situazioni non c’è decisione politica che tenga: a cambiare devono essere anzitutto i cittadini che dovrebbero pretendere più arre pedonali e predisposte per bici e servizi pubblici. Mentre molto spesso una buona fetta della popolazione si lamenta per via degli ingorghi stradali e poi anche per i tumori, senza accorgersi che le due questioni sono le facce di una stessa medaglia. Nonostante queste evidenze, ad Andria, il sabato sera è sempre la stessa storia:

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