Un andriese invia per posta da quasi 1000 chilometri i documenti “per non dimenticare il Massacro delle Foibe”

Premessa: il seguente articolo è finalizzato unicamente a contribuire, nel nostro piccolo, alla ricostruzione di un fatto storico che solo negli ultimi anni ha goduto dell’attenzione pubblica e mediatica, necessaria a sensibilizzare la popolazione italiana (e non solo). Fatta questa semplice quanto doverosa premessa, passiamo al contenuto specifico:

Dicembre 2022, suonano al mio campanello, è la postina che mi lascia un pacco. Al suo interno vi è un plico, l’ultimo di una serie inviata da Trieste ad Andria: il mittente è il Cav. Salvatore Porro, andriese d’origine e triestino “d’adozione”. Chi segue assiduamente VideoAndria.com ricorderà gli oramai numerosi interventi finalizzati a tutelare l’identità ed il patrimonio storico del nostro territorio (sua, ad esempio, l’importante segnalazione dei disagi dei visitatori per l’ingresso nel patrimonio Unesco di Castel del Monte, problematica fortunatamente risolta grazie alla recente introduzione di una rampa di accesso ubicata accanto al castello medievale di Federico II). Nel plico ricevuto dal sottoscritto vi è ulteriore materiale cartaceo relativo alla Storia del Massacri delle Foibe, gli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia, avvenuti durante e subito dopo la seconda guerra mondiale da parte dei partigiani jugoslavi e dell’OZNA. Il nome di tali eccidi deriva dai grandi inghiottitoi carsici (chiamati in Venezia Giulia “foibe“) dove furono gettati i corpi di alcune vittime (o, in alcuni casi, le stesse ancora in vita). Numerose furono le vittime innocenti italiane: tra essi si ricorda la giovane studentessa Norma Cossetto, uccisa dai partigiani jugoslavi nei pressi della foiba di Villa Surani:

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Nel corso degli anni, Porro ha raccolto numerosi libri cui copie sono state inviate a VideoAndria.com, unitamente a documentazioni audiovisive mediante dvd, tutto materiale custodito in archivio e che testimonia ulteriormente la sensibilità di chi, della tutela dei sofferenti e degli emarginati, ne ha fatto una missione di vita. Non è infatti un caso che Porro, una volta giunto a Trieste, si sia interessato a questo importante argomento, evidentemente già tempo prima che lo Stato colmasse quel vuoto, poi in parte “risolto” attraverso l’istituzione del Giorno del ricordo, una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Sullo stesso argomento, lo ricordiamo, il nostro concittadino Nicola Montepulciano aveva diffuso – sempre su VideoAndria.com – un ulteriore approfondimento, anch’esso caratterizzato da una forma di narrazione alquanto inedita, sottolineando ciò che avvenne alcuni anni prima dell’altrettanto sanguinosa invasione della Jugoslavia, caratterizzata da forti repressione da parte dell’allora dittatura fascista guidata da Mussolini in danno alla popolazione locale. Per quanto concerne il Massacro delle Foibe, tali crimini furono di fatto nascosti all’opinione pubblica per molti anni. Nonostante le evidenzie, c’è ancora chi tenta la divisione:

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In particolare, in alcuni ambienti della cosiddetta “destra” si afferma che le foibe sono state semplicemente un crimine del comunismo (spregiativamente denominato “barbarie slavocomunista”), un genocidio di cittadini inermi che avevano la “sola colpa di essere italiani”[148], in preparazione alla successiva pulizia etnica. D’altra parte, in alcuni ambienti della cosiddetta “sinistra”, è diffuso un atteggiamento “giustificazionista” e si presentano gli eccidi come una “reazione” alla brutalità fascista. È diffuso, inoltre, un atteggiamento “riduzionista” che contesta il numero delle vittime delle foibe correggendolo al ribasso e che sostiene che gli eccidi abbiano coinvolto essenzialmente esponenti fascisti, sia militari sia civili, responsabili di repressioni e di crimini di guerra italiani in Jugoslavia. Si è già visto precedentemente come le cause degli eccidi siano, in realtà, molto più complesse rispetto a queste semplificazioni. Gli eccidi, come detto, avevano anche l’obiettivo di eliminare i possibili oppositori del costituendo regime comunista jugoslavo e furono uno dei tanti strumenti che caratterizzarono la sua ascesa al potere. Fra questi è rimasto tristemente celebre il massacro di Bleiburg. Repressioni di tale portata furono consentite dalle caratteristiche dittatoriali del regime comunista di Tito. Simili repressioni furono, inoltre, caratteristiche dell’ascesa al potere di gran parte dei regimi comunisti del periodo (che all’epoca coincidevano con lo stalinismo), fatto che ha spesso portato a presentare le foibe come un “crimine del comunismo”. Dividere la popolazione tra “rossi” e “neri”, dunque, appare pericoloso oltre ingenuo, disonesto ed anacronistico, visti i precedenti storici: l’obiettivo non è certo quello di dar ragione a una delle due fazioni responsabili del massacri ma, piuttosto, di garantire quanto più possibile la tutela della memoria storia, nell’auspicio che il futuro possa sempre essere esente da questi gravi crimini contro l’umanità, imparando dagli errori (per non dire orrori!) del passato. Un ringraziamento va quindi al Cav. Porro per questi ulteriori ed importanti contributi per la tutela della memoria storica. Di questo argomento, proprio grazie alla numerosa documentazione recapitata a VideoAndria.com, torneremo certamente a parlarne in ulteriori approfondimenti. A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un interessante video-approfondimento diffuso sul web:

(N. Ferrara)

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