Barletta e “i sotterranei che portano a Castel del Monte dalla Cantina della Disfida”, le possibili origini di questa incredibile leggenda che coinvolge Andria – foto e video

Barletta non solo città della Disfida e di Pietro Mennea ma anche di Federico II, degli Aragonesi e di molto altro. La lunga Storia della città cocapoluogo della Provincia Bat – che ha visto anche l’influenza dei Normanni – oltre che alle cronache ufficiali, ruota anche attorno a racconti popolari sopravvissuti a secoli e tramandati così nella popolazione locale. Una di queste storie riguarda la leggenda di camminamenti sotterranei che collegherebbero la Cantina della Disfida al Castello di Barletta e persino a Castel del Monte:

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La leggenda, diffusa perlopiù per via orale, coinvolge proprio la storica cantina – un tempo osteria dove il francese La Motte accettò la sfida (poi persa) contro i cavalieri gli italiani. Ancora oggi, entrando nei locali della cantina e proseguendo verso il corridoio finale è possibile affacciarsi in una stanza sotterranea (non accessibile ma visibile) che presenta solitamente acqua di falda al suo fondo. In fondo a questa stanza, vi è una colonna che divide in due un’ulteriore “stanzetta”:

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Tanto quanto basta per far scattare la leggenda di una separazione tra due vie, una che porterebbe al fossato del Castello di Barletta o nei suoi sotterranei e l’altro che invece porterebbe a lunghissimi (e inverosimili) camminamenti in direzione Castel del Monte, in territorio di Andria. Curiosamente, una diceria di questo tipo è da secoli diffusa anche nella città andriese (a tal proposito, il sito web VideoAndria.com ha dedicato una serie di approfondimenti, cercando di ricostruire la storia di questa leggenda ma al contempo sottolineandone i punti critici e l’impossibilità materiale della realizzazione di un tunnel chilometrico). Come ricordava il ricercatore Nicola Montepulciano, oltre a risultare inverosimile la costruzione di un tunnel di questo tipo, sarebbe stato anche impossibile praticarlo a causa della mancanza di luce ed aria. Nonostante questo, sia a Barletta che ad Andria, la leggenda di un camminamento sotterraneo che dalle rispettive città portava ai castelli del territorio è andata a consolidarsi, sopravvivendo nel tempo. Ma chi o cosa ha alimentato queste voci? Ecco alcune ipotesi:

Anzitutto, va detto che la figura di Federico II di Svevia è ancora oggi controversa, ricca di aneddoti e associata a numerosi racconti e leggende. Una storia affascinante alimentata dai cultori dell’esoterismo e dagli amanti del mistero ma ridimensionata da storici ed archeologi, più interessati ad una ricostruzione razionale dei fatti dimostrabili. Parliamo di un imperatore Svevo – Federico II – unico che riuscì a terminare una crociata in maniera pacifica, incassando una scomunica dal Papa (il quale, a sua volta, lanciò una crociata contro di lui). Ad alcuni cittadini andriesi piace così pensare che Federico II, ad un certo punto della sua vita, tentasse di inventarsi stratagemmi finalizzati a fughe improvvise ed imprevedibili, così da sfuggire rapidamente al nemico. Magari attraverso tunnel sotterranei. Peccato che queste ricostruzioni siano solo frutto di fantasie: non vi è traccia attendibile di tutto ciò. Certo, nel mondo si conoscono vere e proprie “città sotterranee” scavate nel tufo con similitudini alle civiltà rupestri pugliesi ma, diversamente dalla leggenda barlettana, godono di studi archeologici attendibili. Oltre alle caratteristiche architettoniche alquanto insolite di Castel del Monte (realizzato secondo i suoi voleri rispetto al castello di Barletta, invece risultato di molteplici rimaneggiamenti nei secoli) spiccano così ipotesi fantasiose che ruotano attorno alla struttura, influenzando così anche i racconti popolari dei territori limitrofi. Altra possibile spiegazione riguarda invece i Normanni:

le mura di Barletta viste dal lungomare Menna (Ponente)

Giunti ben prima degli Svevi, questi popoli norreni conquistarono sia Andria che la vicina Barletta, costruendo anche le mura più antiche. Proprio all’interno della cinta muraria barlettana – riporta un ingegnere sul web – nel corso di alcuni lavori recenti nel borgo di San Giacomo, furono rinvenuti i resti di un grosso canale: una sorta di fossato che, all’occorrenza, poteva essere riempito d’acqua in caso di assalti nemici. Tali fossati sotterranei di origine normanna potrebbero così aver spinto i discendenti della popolazione antica a descrivere queste strutture in camminamenti sotterranei, storpiando la realtà dei fatti e tramandando un racconto che, per quanto affascinante, non vede conferme dal punto di vista tecnico-scientifico. Almeno sino ad oggi. (N. Ferrara). A tal proposito, riportiamo qui sotto il link ad un interessante video-approfondimento diffuso sul web nel 2007:

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